Il Rito Ebraico è molto semplice e di poche regole ma molto suggestivo.
- Il giorno prima delle nozze la sposa si immerge in un mikveh, una piscina di acqua piovana specificatamente creata per questo uso, che la purifica simbolicamente per le nozze. Di solito subito dopo le amiche e le parenti strette della sposa si riuniscono per festeggiare la futura sposa con dolcetti e musica.
- Il giorno delle nozze i futuri sposi digiunano. Questo perché, nella tradizione, due persone che si sposano rinascono e i loro peccati vengono annullati attraverso il digiuno. Il rito vero e proprio può iniziare massimo al tramonto perché non ci si può sposare di notte.
- Una volta pronta la sposa viene accompagnata alla Kabbalat Panim e qui, in una saletta appartata o su di una sedia appositamente addobbata nel luogo del ricevimento, la sposa accoglie tutte le amiche e le invitate che si congratulano con lei. Lei può dare la sua personale benedizione per ognuna delle persone presenti. Infatti nell’ebraismo la sposa ,nel giorno delle sue nozze, viene considerata portatrice di fortuna e di benedizioni. Dopodiché inizia a recitare la sua personale benedizione.
- Lo sposo, scortato dagli amici, dai testimoni e dai parenti, raggiunge il luogo dove la sposa lo attende e li tra canti e commozione egli copre la sposa con il velo, che fino a quel momento era stato sollevato. La tradizione vuole che lo sposo si accerti che la sposa sia proprio lei e non un altra ragazza. Solo cosi la sposa, velata, potrà essere condotta sotto la Chuppa, il baldacchino sotto il quale prenderanno posto gli sposi e il rabbino che li deve sposare e che simboleggia la futura casa.
- La lettura della Ketubbah, il contratto di matrimonio precedentemente firmato dallo sposo e da due testimoni, verrà eseguita dal rabbino davanti a tutti gli invitati, sarà benedetto il vino e lo sposo infilerà l’anello, che deve essere liscio e senza iscrizioni a simboleggiare la purezza assoluta, al dito indice della sposa. Essa accetterà silenziosamente l’anello e in questo modo afferma la sua volontà all’unione. La Ketubbah viene consegnata quindi alla madre della sposa che ne sarà la custode per la vita e sette uomini, scelti tra parenti e amici, pronunceranno le 7 benedizioni su un bicchiere di vino che verrà poi dato da bere agli sposi.
- Lo sposo, pronunciando la frase “Se ti dimentico Gerusalemme si paralizzi la mia destra, si attacchi la mia lingua al palato se non metterò Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia” rompe un bicchiere di cristallo; che anche nei momenti più felici non si dimentichi il dolore per la distruzione del tempio di Gerusalemme.
- Il rito finisce qui…lo sposo viene trascinato via dagli amici e la sposa lo segue per quello che sarà il “Heder Ychud”,una stanzetta dove gli sposi saranno appartati per una mezz’oretta per rompere il digiuno e stare insieme, e che simboleggia l’unione della coppia. All’uscita saranno considerati a tutti gli effetti marito e moglie.
- Nella sala ricevimenti gli ospiti, che attendono il ritorno degli sposi, si preparano ad accoglierli con musica e danze e mille varianti per farli divertire. Quando gli sposi entrano, saranno trascinati nel vortice delle danze da cui non emergeranno tanto facilmente; nel matrimonio ebraico difficilmente si riesce di mangiare qualcosa se si è i protagonisti e si andrà avanti sino a notte fonda…..
- La festa continuerà poi con questa particolare tradizione di offrire, per sette giorni, una cena ai nuovi sposi da parte dei parenti e degli amici e invitando sempre dieci uomini e gente nuova, che allietino le serate pronunciando benedizioni e auguri per la nuova coppia che sta per iniziare la propria avventura insieme.
Per l’articolo si ringrazia { Miribasic }
Photo Credit {Rinati Dvroski Dor }
Abito Sposa {Couture Hayez }
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